martedì 17 settembre 2013

DEFINIZIONE DI SOCIETÀ

Si definisce come Società un determinato numero di soggetti fisici o giuridici accomunati da un interesse, essi uniscono i loro intenti al fine di raggiungere tale interesse .
Nell'accezione di società civile, l'interesse comune che si intende perseguire e' la prosperità intesa, nella definizione più comune, come il soddisfacimento delle necessita  degli individui che la compongono.
Ora esistono necessità o bisogni di base e poi quelli accessori.
Si converrà sicuramente che le necessità di base sono accomunabili ai diritti in quanto queste garantiscono le basi della sopravvivenza degli individui.
Per necessità di base si intende (almeno per la mia modesta opinione) mangiare, bere, coprirsi e ripararsi, più per gli esseri umani è imprescindibile la realizzazione personale e la possibilità di relazioni e scambi reciproci sani.

LA SOCIETÀ ATTUALE

A partire dalla precedente definizione intendo dimostrare che la nostra attuale società non garantisce tali bisogni o diritti, non esiste un welfare in merito ai livelli base di sopravvivenza, tale compito basilare è totalmente delegato ai singoli soggetti lasciati alla merce' dei mercati (siano quelli dei beni, del lavoro o puramente economici) non esiste alcuna tutela reale di questi diritti di base e quindi la società come noi la conosciamo non e'altro che un'ente riconosciuto per consuetudine totalmente illegittimo secondo la funzione alla quale storicamente doveva assolvere.
Dunque,posta in questi termini, unitamente al fatto  che la volontà quanto l'opinione del singolo individuo non vengono mai presi in reale considerazione, essa diviene in realtà un malcelato strumento di controllo delle masse posto a specchietto per le allodole.
Le persone così dette comuni (ora vorrei capire quali sian fuori dal comune) non vedono mai realizzarsi i loro sogni, speranze o richieste, nessuna delle loro istanze trova mai una reale risposta o quantomeno una risposta che sia seguita da fatti.

A mio avviso, se tutti avessero la possibilità di coltivare le proprie passioni, interessi ed avere accesso a tutto ciò di cui hanno bisogno, non esisterebbero discriminazioni di alcun tipo per nessuno; inoltre ritengo che chiunque fomenti tali discriminazioni non fa altro che sbandierare la sua incapacità in mala fede di cambiare le cose.
Tale malafede è sancita dal fatto che, ormai, in molti denunciano i limiti della società e, se si continua nella stessa direzione, non può essere altro che per malafede.
La classe dirigente non accetta alcun suggerimento dalla base che dovrebbe essere di norma Sovrana e non suddita o addirittura ridotta in schiavitù, stato dal quale, a quanto pare,sembra essersi elevata solo una carta scritta mai applicata.

domenica 22 gennaio 2012

EDUCAZIONE

Il termine Educazione deriva etimologicamente dal dal verbo latino educĕre (cioè «trarre fuori, "tirar fuori" o "tirar fuori ciò che sta dentro"), derivante dall'unione di ē- (“da, fuori da”) ed edūcĕre (condurre). Secondo altri, deriva dal verbo latino educare ("trarre fuori, allevare").
La parola educazione è spesso ritenuta complementare di insegnamento o istruzione anche se quest'ultima voce tende ad indicare metodologie più spiccatamente "trasmissive" dei saperi. Tuttavia, sebbene le strategie pedagogiche possano essere parte di un percorso educativo, il significato di educazione è più ampio e mirante ad estrapolare e potenziare anche qualità competenze  inespresse. 
Se dal punto di vista etimologico il significato della parola appare chiaro, nella lingua italiana il suo utilizzo, rispetto a termini come istruzione o formazione, è talvolta equivoco anche in testi normativi e pedagogici.

La scuola, intesa come istituzione preposta alla divulgazione delle nozioni, sta alla base di qualunque Civiltà, in quanto è la conoscenza che determina in maniera inequivocabile la direzione che la Civiltà stessa promuove.
Al di là delle nozioni esiste qualcosa di ancora più importante, ovvero l'educazione relazionale ed etica e la guida alla scoperta delle proprie capacità ed inclinazioni personali, l'educazione all'autoconoscenza.
L'individuo, infatti, impara a conoscersi e si definisce grazie ai rapporti con il prossimo ed è la salubrità di tali rapporti che getta le basi della sua personalità. Questo tipo di educazione richiede la sinergia scuola-famiglia.

L'educazione familiare gioca un ruolo fondamentale per la formazione di un buon allievo e le due realtà non devono assolutamente prevaricarsi, ma confrontarsi al fine di generare miglioramenti reciproci.

Negli anni della scuola primaria è quindi indispensabile la figura dell'insegnante, perché  niente è più importante di questi primi anni per formare i metodi e gli strumenti necessari che stanno alla base dell'apprendimento e soprattutto per l'esperienza unica offerta dai primi rapporti umani al di fuori dell'ambito parentale.
La scuola come ambiente deve essere non solo sicuro e degnamente attrezzato, ma soprattutto confortevole e positivo, ossia capace di favorire la curiosità e la serenità, stati emozionali indispensabili per l'attenzione e l'apertura all'apprendimento.

La figura dell'insegnante unico demonizzata dai sindacati del settore e' più che sufficiente se messa in relazione ad un numero massimo ragionevole di allievi all'interno di una classe ed al  bagaglio culturale che questi deve trasmettere agli allievi.

Le scuole superiori e università, in quanto non più scuola dell'obbligo, potrebbero essere ridimensionate dal punto di vista delle aule.
La cosa più importante delle scuole superiori e dell'università sono indubbiamente i laboratori o le possibilità di scambio con il mondo del lavoro.
I laboratori infatti potrebbero quasi essere visti come stage e lezioni teoriche potrebbero essere tenute on-line riducendo così la possibilità di perdere lezioni dagli studenti assenti per malattia, le esercitazioni da fare a casa potrebbero essere recapitate per posta elettronica.
Se i programmi per ciascuna materia e per ciascuna unità didattica fossero strutturati in maniera più rigida  e precisa, i docenti sarebbero facilitati nel trattare un argomento alla volta in maniera più esaustiva e la possibilità da parte dei discenti di accedere più volte allo stesso contenuto rendere più accurata la loro preparazione.   In tal modo gli allievi potrebbero scegliere l'insegnante a loro più congeniale ed in base all'accesso ai contenuti si potrebbe meglio valutare la qualità dei docenti, penso che risulti intuitivo comprendere che le lezioni più "partecipate" saranno le migliori o quanto meno le più facili da comprendere,  mentre quelle meno "partecipate" saranno facilmente attribuibili ad insegnanti non preparati o quanto meno poco comprensibili, sempre prendendo come denominatore i risultati di fine sessione degli allievi.
Sulla base di questi dati incrociati, gli insegnanti con meno rendimento dovranno obbligatoriamente partecipare a corsi di aggiornamento al fine di migliorare la loro preparazione o loro capacità divulgativa.

Le verifiche per le conoscenze acquisite da parte degli allievi dovranno essere assolutamente tenute in ambienti idonei dove non vi sia la possibilità di consultazione di materiale che potrebbero ovviamente falsare le prove. La standardizzazione delle stesse renderebbe molto più veloce e pratica la correzione a favore della frequenza degli appelli, ma senza gravare sullo spreco di risorse umane.

ECO SOSTENIBILITÀ

Facendo riferimento al problema delle risorse all'interno del sistema produttivo, ci si rende immediatamente conto che il loro utilizzo sconsiderato ha com'è inevitabile conseguenza un enorme produzione di rifiuti, generando un altrettanto grave disagio ambientale. Quest'inquinamento è generato anche dalle sostanze chimiche utilizzate nella produzione, sarebbe quindi indicato introdurre dei controlli.

Considerando che i prodotti presenti all'interno di una nazione non sono solamente nostrani bisognerebbe, ai fini della tutela ambientale, introdurre una sorta di dogana ecologica obbligando i produttori di tali beni a fornirne una scheda tecnica dettagliata in modo da evitare l'importazione di prodotti potenzialmente dannosi per l'ambiente e per i loro consumatori. Ovviamente tale premura e prassi dovrebbe essere tenuta anche nei confronti delle case produttrici interne.

Questo unitamente a quanto detto nel capitolo "PRODUZIONE" limiterebbe il costo di importazione incentivando la produzione interna della nazione, incrementando quindi la solidità del mercato del lavoro interno.

il provvedimento genererebbe non solo un miglioramento della qualità dell'ambiente,ma anche un presupposto per generare un nuovo tipo di concorrenza, una concorrenza ecologica e, se porterà ai risultati sperati, ad un effetto domino sullo stile produttivo di scala globale. Infatti se sarà possibile ridurre i costi a favore di ambiente e profitti questo tipo di mentalità potrà essere condivisibile persino dalla classe industriale.

Per approfondimenti ulteriori informazioni si può far riferimento ai filmati su YouTube:

"La storia delle cose"
http://www.youtube.com/watch?v=18a1GQUZ1eU
http://www.youtube.com/watch?v=fRrpNgIG0jA
http://www.youtube.com/watch?v=WwAgiNbcsIg

PRODUZIONE

L'attuale produzione di beni è totalmente inefficiente,dispendiosa sia dal punto di vista delle risorse materiali sia di quelle umane; le prime sono utilizzate a sproposito e le seconde vengono sfruttate e sottopagate per ridurre i costi.

Se le case e  produttrici fossero sufficientemente tutelate e limitate alla produzione sul territorio nel quale risiedono,potrebbero essere obbligate alla ritiro del prodotto ormai non più efficiente per il suo smaltimento (ovvero lo smantellamento dello stesso ed il recupero di tutti quei materiali utilizzabili per la nuova produzione di beni).

A questo punto si genererebbe un conflitto di interessi dal punto di vista del raddoppio dei costi di trasporto obbligandole a progettare beni durevoli o quanto meno totalmente riutilizzabili dal punto di vista delle risorse in essi contenute.

Da questo si otterrebbe il risparmio del costo delle risorse, poiché riutilizzando parte delle risorse dei beni precedentemente prodotti,le materie grezze da dover estrarre e raffinare per essere poi fornite alle imprese produttrici sarebbero interiori,riducendo sprechi delle stesse e dell'energia utilizzata per la loro trasformazione.

Un'altro importante aspetto è la reale necessità di un dato bene all'interno del mercato, quante volte capita di dover acquistate per forza qualcosa per un utilizzo molto limitato nel tempo e poi non usarla più? Troppe volte immagino, anche questo è uno spreco, ma questo passa per il concetto di proprietà ed il concetto di mercato Reale che nulla ha a che fare con quello che attualmente conosciamo con tale appellativo.

sabato 21 gennaio 2012

Presentazione

Salve a tutti,
lo dico perchè l'educazione è importante e nel remoto caso in cui qualcuno visitasse questo Blog è giusto essere educati fin dall'inizio.

Detto questo, non starò a dilungarmi sul dirvi chi sono e cosa faccio, alla fine sinceramente lo ritendo poco interessante, l'unica cosa che vi dirò di me è che sono una persona come tante, vivo in questo mondo, in Italia per l'esattezza, e mi mi pongo una miriade di domande alle quali cerco di dare una risposta usando il comunissimo e sottovalutatissimo buon senso.

Penso sia sotto gli occhi di tutti che il Nostro Paese (e non solo) versi in una situazione tutt'altro che felice, molte persone hanno sicuramente inquadrato parecchi dei punti più problematici e hanno ipotizzato, come me, qualche possibile soluzione. Qui arriviamo ad una svolta perchè le persone così dette comuni inquadrano i problemi, ipotizzano soluzioni ma non hanno assolutamente un luogo dove dibattere e proporre tutto questo non potendo così arricchire con una politica reale questo Paese?

Spero che lettura vi sia gradevole e che vogliate partecipare dibattendo su questi o altri argomenti, sono disponibilissimo al confronto costruttivo.